Confagricoltura, convegno a Todi su lavoro e sostenibiltà

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Un importante convegno si è tenuto a Todi, precisamente alla Cantina Todini, presso Rosceto, lo scorso 30 ottobre, organizzato dalla locale Confagricoltura Umbria, per parlare di ‘Lavoro in agricoltura, tra opportunità e criticità’ e per fare il punto sul ‘Distretto sostenibile delle produzioni certificate dell’Umbria’, associazione recentemente costituita da Confagricoltura Umbria, Gal Media Valle del Tevere e Associazione Monte Peglia progetto per Unesco,  alla quale hanno già aderito associazioni di categoria, enti locali ed imprese.

Primo tema la questione riguardante la componente di lavoratori stranieri nel comparto agricolo, che, secondo i dati di Confagricoltura, presenta un’incidenza superiore a tutti gli altri settori produttivi. Anche nelle campagne umbre quasi un terzo dei lavoratori è straniero e rappresenta il 32% del totale degli operai agricoli. Continua a cambiare anche la geografia di provenienza: aumentano gli extracomunitari, in particolare indiani, albanesi e marocchini. Ed è in agricoltura che, ormai in forma endemica, si registra grande difficoltà a reperire manodopera stagionale disponibile e adeguatamente qualificata.

Al centro del dibattito anche il rinnovo del contratto collettivo di lavoro, opportunità per prevedere nuovi strumenti che rendano più flessibile l’organizzazione del lavoro nelle imprese, a confronto con le criticità della crisi economica che riduce la marginalità della produttività e dei redditi. Si è parlato anche delle regole per la gestione del lavoro condiviso come opportunità per stabilizzare i rapporti di lavoro e delle criticità della sicurezza nei luoghi di lavoro.

Per quanto riguarda, poi, le attività promosse dalla neonata associazione per la sostenibilità delle produzioni certificate si intende “valorizzare – è stato spiegato per Confagricoltura – nell’intero territorio regionale, alcune filiere produttive le cui direttrici prevalenti ed identitarie possano essere quelle della sostenibilità e della qualità certificata, ed insieme a queste tutto il sistema direttamente e indirettamente ad esse collegato. Il tutto dando centralità all’impresa ed alla necessità di creare valore aggiunto al sistema produttivo regionale.

Realizzare un sistema unitario per la promozione di prodotti certificati, accrescere la sostenibilità delle produzioni e del territorio regionale, ampliare la filiera della sostenibilità, potenziare le sinergie tra settori locali e tra soggetti pubblici e privati, sono gli obiettivi del ‘Distretto’ che si muove considerando soprattutto i prodotti testimoni di sostenibilità: la produzione biologica, dunque, e in particolare i prodotti che sono o potranno essere certificati secondo il Sistema di Qualità Nazionale Produzione Integrata (SQNPI), senza trascurare i prodotti DOP e IGP.”

“La sostenibilità – è stato poi precisato da Confagricoltura – è un ambito di interesse molto importante visto che sempre più mercati e politiche di sviluppo nazionali ed europee premiano le imprese più attente su questo fronte. Il Distretto del cibo può canalizzare queste opportunità e rappresentare uno strumento di governance in grado di ottimizzare l’interazione tra le imprese e gli stakeholders del territorio per il conseguimento di importanti obiettivi per tutto il sistema produttivo regionale”.

I lavori sono stati aperti dai saluti del sindaco di Todi Antonino Ruggiano, dall’intervento del presidente di Confagricoltura Umbria Fabio Rossi e dal moderatore Daniele Rossi, delegato R&I Confagricoltura.

Sono intervenuti: Crisa La Civita (politiche del lavoro e welfare Confagricoltura), Mario Liparoti (responsabile area datoriale Confagricoltura Umbria), Rufo Ruffo (presidente ERBA), Alessandra Ligi (direzione regionale INAIL Umbria), Alessandro Sdoga (direzione, formazione, innovazione, servizi avanzati Confagricoltura Umbria).

Le conclusioni sono state infine affidate, al termine dei due incontri, all’assessore regionale alle politiche agricole e agroalimentari della Regione Umbria, Roberto Morroni: “L’Umbria ha grandi potenzialità come le ha l’Italia ma guai se queste potenzialità le coltiviamo con la testa rivolta all’indietro, perché rischiamo di fare i romanticoni ma di non riempirci la pancia”.

Maria Vittoria Grotteschi

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